The following essay is drawn from old pranayama classes that I held in Holland in the eighties
Sedete in Padmasana o Siddhasana
Abbassate la testa in Jalandhara Bandha. Chiudete gli occhi e seguite il movimento dall’interno.
L’insegnante può solo dire delle cose, mostrarle, ma siete voi che dovete portare l’insegnamento dentro il vostro corpo, e metterlo in pratica. Nessun insegnante potrà farlo al posto vostro. Qualsiasi cosa io dica, guardate nel vostro corpo. Prendetevi cura e la responsabilità di ciò che accade all’interno del vostro universo personale, del vostro corpo e della vostra mente. State veramente all’interno del vostro corpo e prendetevene cura, perché nessun altro potrà farlo al posto vostro.
Osservate il respiro, il respiro naturale. Portate l’attenzione nei punti del vostro corpo in cui il respiro procede in modo fluido e semplice e nei punti in cui trova delle difficoltà. Alcune parti del corpo sono più rigide, altre più flessibili. Osservate la cavità toracica e scoprite da soli la sua natura.
Il torace è come un palloncino. Quando immettete aria in un palloncino, se è un palloncino normale e non uno di quelli annodati, l’aria andrà simultaneamente e in maniera uniforme in tutte le direzioni. Avanti, dietro, sotto e sopra. Lateralmente.
Scoprite da soli se questo è il vostro caso. Potrebbe darsi che una parte del torace sia più chiusa, non riceva molta aria, forse per un dislivello nelle spalle, o nelle scapole, o perché la colonna vertebrale è ruotata.
Quando l’aria non passa facilmente in un certo punto, scoprite cosa sta facendo la struttura scheletrica, le scapole.
Solitamente quando una parte del torace non riceve bene l’aria come nell’altra parte, è perché la scapola di quel lato è più ruotata.
Perché il torace rimanga aperto le scapole devono essere in posizione piatta tra la pelle e la gabbia toracica. Se sono ruotate e cioè se la punta delle scapole guarda verso dietro invece di guardare verso il basso, allora sicuramente parte del torace sarà più chiusa. Quando il braccio si muoverà in avanti, la spalla andrà in avanti e così le costole superiori non potranno aprirsi bene.
Osservate anche quando l’aria passa nella gola. Normalmente l’aria passa in un punto abbastanza alto della gola, appena sotto la mandibola. Ciò significa che il movimento della respirazione è limitato all’area del torace, che di certo anatomicamente parlando è corretto, in quanto il torace contiene i polmoni. Questo tipo di respirazione si chiama Ujjayi pranayama, una respirazione classica.
Un concetto più olistico prevedrebbe che il corpo intero prendesse parte alla respirazione. Anche questo è corretto. A modo loro entrambi i concetti sono veritieri.
Poiché vogliamo adottare un approccio più olistico e trasformare l’intero corpo in una unità totale di movimento e informazione e non frazionarlo qua e là, è necessario andare oltre la concezione che la respirazione avviene nei polmoni, e coinvolgere il corpo nella sua totalità.
Per fare ciò dobbiamo spostare la respirazione dalla parte superiore della gola a quella inferiore, e anatomicamente siamo fatti proprio per fare questo. Il diaframma è una parete che divide il torace dall’addome. Quindi i polmoni, l’apparato respiratorio da quello digestivo, che contiene il cibo.
Il diaframma, quindi la parete tra queste due aree, è anche simile ad una spugna ed assorbe molte tensioni. Gran parte delle tensioni negative finisce nell’area del diaframma. Fegato, stomaco, diaframma, qui è dove viene immagazzinata l’energia negativa.
La natura ci ha fornito i mezzi per rilasciare questa energia negativa. Cioè un’apertura nella parte bassa della gola, abbastanza dietro nella gola, non davanti ma nel retro della gola. È l’apertura che utilizziamo tutti i giorni ogni volta che sbadigliamo o sospiriamo. Lo chiamiamo sospiro di sollievo, perché è esattamente ciò che è.
Respirare o sbadigliare attraverso quella apertura vi porta direttamente in basso nel diaframma, nel centro negativo, è lo distende, ecco perché è detto sospiro di sollievo, lo rilascia, e così l’energia negativa può defluire dal corpo.
Ora fate finta di sbadigliare, state quasi per sbadigliare ma poi cambiate idea e, invece di fare uno sbadiglio, inspirate da quella apertura, che si trova nella parte più bassa della gola, dietro, vicino la colonna vertebrale. Noterete prima di tutto che mentre fate questo, l’apertura della parte bassa della gola causa l’immediata espansione del torace.
Un altro effetto immediato avviene sul diaframma, annullando la sua funzione di muro divisore tra torace e addome. Il torace e l’addome diventano un enorme spazio e non un’area divisa da una parete. Questo è il principio su cui si basa la respirazione Mula Bandha. Eliminando quella parete attraverso la respirazione nella parte bassa della gola, il movimento passa direttamente nel basso ventre e la risalita verso l’alto dell’inspirazione inizia molto in basso, nel bacino.
Mentre accennate uno sbadiglio senza farlo e inspirate attraverso quell’apertura, potete sentire il torace che si espande e poi, mantenendo la regione dei reni dietro e il sacro saldo osservate come anche la regione lombare e anche quella de sacro si espandano immediatamente.
Dopo di che, all’inspirare, la respirazione parte proprio da lì. Il basso ventre si muove indietro in direzione del sacro, che non cede, e quindi il movimento gira di nuovo verso l’alto e risale lungo la colonna lombare.
Mantenere la regione dei reni indietro fa sì che questa si espanda, e continuando a fluire verso l’alto lungo la colonna vertebrale, il respiro raggiunge le scapole, espande quest’area e poi arriva nelle orecchie, diciamo così, e dalle orecchie scorre in avanti e giù nella mandibola in Jalandhara Bandha con l’espirazione.
Mentre l’aria percorre la colonna vertebrale dal basso verso l’alto, lo sterno ovviamente si muove verso l’alto, ma mantiene il processo xifoideo puntato in direzione del pube, e non in avanti. Potete osservare che tutta la parte superiore del torace, il manubrio, si espande insieme alle scapole.
Mentre questa parte si espande, la mandibola si abbassa per incontrarsi con lo sterno che sta salendo e l’area in cui la mandibola si collega con il collo si espande. La parte alta del torace e l’estremità superiore del collo, proprio tra la mandibola e il retro del cranio, si espandono simultaneamente (cappuccio del cobra).
La base di questa intera struttura è il bacino, le ossa pelviche dovrebbero essere immobili, il sacro dovrebbe restare saldo, le ossa ischiatiche radicate a terra, e così la colonna può allungarsi verso l’alto fuori da questo bacino solido, su fino all’estremità superiore del collo, di conseguenza la mandibola può staccarsi dal collo e muoversi in avanti e in basso. Ciò significa che la mandibola e lo sterno sono connessi, e questo è essenziale per i piegamenti indietro. Lo sterno che si muove verso l’alto e la mandibola verso il basso.